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Trapano a batteria, impossibile farne a meno!

01 Ottobre 2019

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Il trapano a batteria è forse l’utensile che ha avuto l’evoluzione maggiore negli ultimi anni. Il progresso della tecnologia nelle batterie ne hanno enormemente incrementato prestazioni e diffusione tanto da poter affermare che praticamente tutti i bricoleur possiedono almeno un trapano che è generalmente a batteria.

L’utilizzo del litio ha portato alla fine del processo di auto scarica delle batterie e la nuova cella col suo voltaggio da V3,6 ha permesso di utilizzare voltaggi a amperaggi sempre più elevati con pesi limitati. Per una batteria da 18 volt 3 Ah con tecnologia Nimh erano necessarie 12 celle, con il litio ne bastano 6! 


Di pari passo si è sviluppata la tecnologia dei caricabatterie. I migliori marchi ne usano tali che oltre a preservare la durata e l’integrità delle batterie garantiscono una equiparazione fra durata di esercizio e tempistica di ricarica. Le prestazioni dei pacchi batterie oggi sono in grado di garantire l’utilizzo di attrezzi quali smerigliatrici, seghe circolari o attrezzi da giardino, cosa impensabile solo pochissimi anni fa. 


Il futuro è sempre più rivolto verso gli attrezzi a batteria. I più noti produttori sono concordi nell’affermare che questi ultimi soppianteranno quelli a filo entro pochi anni. 


Come è fatto un trapano a batteria? 

La composizione di un trapano a batteria è assai semplice : l’attacco della batteria, un interruttore, un motore, un kit di ingranaggi epicicloidali, un mandrino. 

Esaminiamo le parti nel dettaglio.

Attacco. Oltre ai due poli (ricordiamo che le batterie lavorano in corrente continua e quindi i due poli non possono essere invertiti pena un corto circuito) nei migliori è presente un terzo contatto che ha compiti di protezione (termica o da sottotensione). Al momento della ricarica i chip elettronici presenti nella batteria e nel caricabatterie dialogano fra loro per ottimizzare la ricarica; nello stesso momento vengono rilevati la sovratemperatura del motore e della batteria durante l’utilizzo, così come l’abbassamento del voltaggio nella batteria sotto il limite di esercizio.

Interruttore. Raggruppa il variatore di velocità, l’invertitore di rotazione, il freno motore. Permette di prelevare la quantità di energia richiesta dalla batteria. Nei modelli top di gamma non viene più attraversato dalla corrente : la batteria è direttamente collegata al motore e l’interruttore agisce solo da controllo per la quantità di corrente da erogare.

Motore. I motori sono progettati per lavorare alla tensione erogata dalla batteria e ne esistono di tre tipi enunciati in ordine crescente di costo e prestazioni: a magnete permanente, a spazzole e brushless. Il motore brushless è il più performante ed ha bisogno di una scheda elettronica di controllo che lo piloti. Dato il costo superiore ed i vantaggi prestazionali i modelli dotati di motore brushless sono indicati con un logo sulla carcassa da parte dei produttori. Anche in questo caso un buon rivenditore può guidare nella scelta fra le decine di modelli e marche esistenti, per scegliere il modello adatto alle prestazioni richieste. Ogni motore offre prestazioni diverse e può sopportare solo lo stress per i quale è stato progettato; il montaggio di mobili ha necessità diverse da chi fora in percussione od utilizza tazze. Anche fra i modelli brushless  ci sono differenze profonde date sia dalla diversa coppia sviluppata (si va dai 40 Nm fino a 135 Nm) ma anche dal modo come questa potenza è erogata tramite l’elettronica di gestione.

Ingranaggi. A parte alcuni modelli importati di primo prezzo ormai sono generalmente montati a pacchetto gli ingranaggi epicicloidali che garantiscono migliori prestazioni ed un funzionamento più lineare. Gli ingranaggi possono essere a gruppi di 3 o di 5 a seconda della coppia da erogare e sono metallici. I satelliti (gli ingranaggi che li accolgono esternamente e che sono alloggiati nella carcassa) possono essere in materiale plastico autolubrificante oppure metallici. Saranno presenti gruppi pari alle velocità meccaniche più uno se il trapano sarà a percussione. A valle si trova la frizione, generalmente meccanica ma che in modelli particolari può essere a controllo totalmente elettronico.

Mandrino. Il mandarino alloggia le punte o gli inserti, con apertura fino a 10 oppure a 13 mm in base alla potenza ed all’uso di destinazione del trapano. Sono generalmente autoserranti e possono essere resistenti o meno alla percussione. 

E per finire un breve cenno anche sulle batterie. Oramai le piattaforme sono due e cioè 10,8 e 18 Volt. Tutti i produttori sviluppano utensili su queste piattaforme. Alcuni produttori oggi marcano 12 Volt sfruttando la possibilità di indicare la tensione di picco della cell, ma essa nell’utilizzo rimarrà sempre a 3,6 volt.

Ed adesso con tutte queste informazioni siete pronti a scegliere il vostro nuovo trapano a batteria ?

Se avete ancora dubbi nel video qui sotto il nostro Gianni vi parla di due modelli di trapano a batteria: Makita DHP484 e il Festool PDC18-4 L

Buona visione e buona scelta!